Dipinti di Antonella D'Ecclesiis

IL FASCINO DEL REALE NEI DIPINTI DI

D'ECCLESIIS ANTONELLA

L'orizzonte si dilata davanti ai nostri occhi, mentre il mare s'allontana, tra i riflessi speculari di una calda luminosità, risalendo la china d'una fantasia limpida ed insieme sognante di donna. E' questo il carattere che distingue la narrazione figurativa dell'artista Antonella D'Ecclesiis: un cogliere la bellezza immediata del reale per trasfigurarla con soavità nella dimensione ideale di sogno. I paesaggi si presentano nitidi nella brillantezza di una raffinata atmosfera cromatica, tra marine, dolci colline, delicati motivi floreali, sinuose figure femminili ed antichi borghi che appaiono alla luce ed all'aria. Ciò che risalta nel suo racconto pittorico, è proprio il passaggio verso una dimensione onirica, dove la tensione verso la poesia e la spiritualità è coinvolgente. Diceva Matisse: "La pittura è rapporto". E spiegava: "Il rapporto è amore". C'è in questa pittura la capacità di instaurare un rapporto amoroso con le cose, con delicatezza, come se i quadri fossero liriche lontananze. La stessa natura appare nel dipinto filtrata, quindi, riassaporata, tra i preziosi valori dei verdi che si integrano con la leggerezza dell'aria di un azzurro terso, che rende limpide e chiare le vedute libere, senza costrizioni. Vi sento il respiro di un'illustre civiltà che nasce dall'Impressionismo francese e che si evolve verso un'ambientazione ideale nella poetica dell'immaginario, mentre nelle prospettive dilatate dalle emozioni interiori, essa diviene quasi metafisica nei silenzi d'animo. Nessuna forzatura, bensì l'attenzione estrema nel cogliere col massimo di sensibilità quel certo punto luce, quella gradazione esatta di tono, quella tal vibrazione dell'aria. Questo è, dunque, Impressionismo? Non propriamente. La fenomenicità della visione, tipica di Monet, subisce una sorta di passaggio, attraverso il ricordo che avanza. La differenza non è evidente, ma la fragranza dell'emozione cede il passo alla nostalgia dell'attimo perso.

Ecco quindi, i suoi paesaggi, si aprono a vedute marine, così limpide, in cui i toni cantano armoniosamente le ocra dorate, gli azzurri celestini, i verdi variegati della vegetazione, dove la pittura diviene una musica vivaldiana: una melodia tranquilla, in cui le immagini si illuminano di una luce solare nella conciliazione tra senso ed intelletto, natura e poesia. E proprio la luminosità determina la simbolica trasfigurazione del reale in un mondo evocativo, in cui aleggia magia dei sensi e l'incantamento dell'anima. Ma nel contempo guarda alla natura, cercando da essa gli stimoli visivi come sentimentali, per quel rapporto di cui parlava Matisse. Nella sua splendida pittura si percepisce questa sua esigenza primaria di dialogo con il dato naturale nella sospensione di preziosi attimi. Alla fine, l'illusione e lo straniamento delle realtà ci trasportano verso una dimensione esistenziale dell'autrice, una dimensione quasi dorata, in cui è bello vivere nei sentimenti che solo il linguaggio universale dell'arte può trasmettere ad ognuno di noi in un nuovo sogno.


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Antonella D'Ecclesiis | Il bello della vita

- Un articolo di Eugenio Lombardo -

L'invito della pugliese Antonella D'Ecclesiis è senza eccezioni di sorta: "E mi raccomando prima di lasciare Gravina di Puglia, fai un salto al Ponte Viadotto, dove potrai ammirare non solo la Gravina vecchia, ma pure gli scavi e l'intero ambiente rupestre, uno scenario che si è prestato con i suoi panorami incantati per numerosi film."

Antonella D'Ecclesiis è un'artista poliedrica, che condensa nel suo animo caratteristiche opposte: timida ma loquace; riflessiva eppure istintiva. Una donna che mantiene in sé una precisa caratteristica: il desiderio costante di prendere il bello della vita, senza mai lasciarsi sopraffare dalle cose che, talvolta, possono anche girare storto.

Nelle sue opere è evidente il connubio tra sentimento interiore e creatività. Ma Antonella è entrata nel suo ruolo di artista inaspettatamente, chiamata ad interpretare una dimensione, per lei del tutto nuovo, che forse non si aspettava di assumere: la pittura doveva infatti rimanere un hobby per lei, ma i suoi quadri destavano stupore nella cerchia delle conoscenze, come oggi curiosità ed interesse fra i fruitori d'arte: "Mi hanno convinta a fare una mostra in paese, e in cuor mio già ne sentivo il desiderio, e gli esiti sono stati lusinghieri. Certo, la reazione dell'ambiente non è stata univoca: chi mi conosce quale donna in ogni caso appassionata ad un certo gusto artistico non si è stupito, mentre chi considera l'arte come un'esclusiva per pochi addetti, ebbene, forse è rimasto interdetto."

Hai esposto, pur in una cornice di coerenza, lavori assai differenti l'uno dall'altro. Come mai?

"Credo sia la scelta di assecondare una sperimentazione artistica. Prima ero ancorata al realismo, non sapevo dipingere se non partendo da una foto, scattata da me, il cui oggetto mi aveva suscitato una qualche emozione. Inoltre sono sempre stata un'abile ritrattista e di frequente mi venivano chiesti lavori su commissione. Ma mi sentivo intrappolata. Allora, all'interno di quelle opere, ho cominciato ad inserire elementi fantastici, cioè che nella foto originaria non c'erano. Oppure ho raffigurato oggetti reali ma trasfigurati, in chiave fantasiosa."

E qual è stato il risultato?

"Ho provato una sensazione di libertà. E, soprattutto, ho trovato un nuovo modo per esprimermi. Però ancora adesso fatico a classificarmi dentro un preciso stile pittorico: l'esigenza di ritrarre nasce dentro me stessa. Questo non significa che non senta il desiderio di perfezionarmi. Ma penso che la sperimentazione possa anche essere un punto di arrivo, e non un semplice percorso. In ogni caso, adesso sono anche in grado di prescindere dalle foto. L'arte aiuta a crescere."

In che misura, le opere, esprimono te stessa, il tuo modo di essere?

"Credo in modo totale. Sono una sognatrice, e nei mie quadri simboleggia spesso la luna, espressione della notte e dei sogni. E' difficile che vi sia sera in cui non esca fuori per osservarla. E sono stata così sin da bambina. La luna riflette se stessa. In fondo come noi donne."

C'è un parallelismo, vuoi dire?

"Senza dubbio: lo esprime bene una mia opera, il fiorire delle rose, la donna è sempre un'espressione di emozioni nuove, di attese che nel tempo si sviluppano. Come la luna che allude sempre all'indomani."

Ho molto apprezzato un tuo quadro, ricco di casette. Sarà che a me piacciono molto le casette...

"Grazie. Quel quadro è sempre ambientato in un notturno: l'ispirazione è quella di creare pace, dopo la frenesia di una giornata caotica. La luce della luna attraversa le facciate esterne, donando una sorta di quiete famigliare."

Anche le donne raffigurate nei tuoi dipinti sembrano espressione di una forte interiorità.

"Lì, in realtà, ci sono io. O meglio: i miei diversi stati d'animo. Anche nel momento più brutto, c'è l'energia di una speranza, di una rinascita."

Quando sei passata da appassionata d'arte a pittrice?

"Ho scoperto solo di recente questo ruolo, anche se dipingo sin dalla mia infanzia. Durante il lockdown, ho fatto più lavori, ma tutti i quadri che realizzavo li riponevo in un ripostiglio. Poi questo si è così stipato che sono stata costretta a porli alle pareti.
E lì hanno trovato il consenso degli amici e dei familiari. Allora, ho avuto un impulso nuovo."

Quale?

"Quello che i quadri dovessero uscire fuori dal ripostiglio, prendere aria e viaggiare nel mondo per le possibilità che venivano riconosciute loro."

Restano da farti, allora, i complimenti di rito…

"Li accetto come auspicio a migliorare: ho ancora delle insicurezze, che sicuramente devo superare."

Dove vive l'artista?

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